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AeO - Archizoom Ass. / Paolo Deganello

 

Anno:    1973

Produttore:    Cassina

 

L' AeO segna la conclusione della mia esperienza Archizoom e l'inizio del mio progettare sempre più solitario. Una delle tante differenze di questo prodotto è di essere stato un'intenzione progettuale che attraverso la sperimentazione di prototipi nel centro Cassina è diventato un prodotto. Hanno collaborato a questo progetto oltre a Francesco Binfarè, che dirigeva il Centro, Severino Biancotto, "mago" del ferro e dei metalli duri, Gaspare Cairoli, vice Binfarè, Luigi Pozzoli, "mago" del legno e delle materie plastiche, Giancarla Mazzorati,

cucitrice, Fulvio Vernarelli, modellista del legno, Mino Prini, sperimentatore a tutto tondo, Ezio Grassi, responsabile realizzazione tessuti, Enzo Cappelleti, tecnico dell'ingegnerizzazione, Graziella Sala, segretaria e "mamma" di tutto il centro, Cesare Cassina, comproprietario della Cassina spa che di domenica, di nascosto, andava a vedere i prototipi ed è stato entusiasta sostenitore di questo prodotto. L' AeO fu progettata in contrapposizione ad una poltrona "La Soriana" disegnata da Tobia Scarpa per Cassina e insignita quell'anno del Compazzo d'Oro. La Soriana era una poltrona gonfia, opulenta, colava grasso o meglio morbida schiuma ricoperta di dacron e tessuto da tutte le parti, era la rappresentazione emblematica di quel benessere e di quella opulenza che gli Archizoom con sistematica dedizione contestavano.

L' AeO è fatta con la modesta e comune tela delle sedie sdraio, con balestre di acciaioa, tubo piegato e plastica Moplem, quella allora usata per fare i cestini della carta. Veniva inizialmente (1973) spedita smontata, anticipando l'Ikea. L'utente se la montava da solo risparmiando il costo del montaggio e si poteva comprare diversi componenti per realizzare diverse versioni, con o senza braccioli, componibili in linea o a semicerchio, per fare divani da duecento o trecento posti, con o senza piano porta oggetti, e il rivestimento del cuscino e dello schienale erano facilmente sfilabili e lavabili. Era prevista una vasta collezione di rivestimenti diversamente decorati, permettevano insieme alla componibilità una facile personalizzazione del prodotto. Il moderno tendeva al pezzo finito, perfetto, fatto a macchina, astratto stampato in un colpo solo, il più possibile senza decoro e monocromo, anonimo, voleva la sedia uguale per tutti, dove voler scegliere era quasi un delitto perchè aumentando i pezzi a

catalogo, si riduceva il numero di serie. Noi volevamo andare oltre l'ideologia del moderno, del prodotto uguale per tutti, scegliendoci l'utenza privilegiando un soggetto che almeno per noi era innovativo. Sceglievamo e speravamo

di essere scelti da quegli stessi soggetti che ci sembravano portatori di nuovi e più umani progetti di vita, da quei giovani che con noi occupavano le facoltà partecipavano alle manifestazioni di piazza andavano davanti alle fabbriche alla ricerca di quella alleanza operai - studenti che speravamo avrebbe cambiato il mondo. L'AeO è funzionale a quelli che considerano arrogante il lusso, una forma di obesità, l'opulenza, e amano l'arte povera, odiano lo spreco, sognano una creatività diffusa e collettiva, vogliono personalizzare, coprogettare la forma e il significato del prodotto. Oggi dopo 29 anni, l'AeO viene ancora venduta come un prodotto innovativo, d'avanguardia, ma già assemblata e in un'unica versione, ad un prezzo contraddittorio con la sua vocazione di oggetto povero: in questa società il prodotto innovativo è inevitabilmente, inesorabilmente elitario.

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